IL TERRITORIO
CERTOSA DI PONTIGNANO
Castelnuovo Berardenga

La Certosa è una struttura peculiare del territorio castelnovino, un affascinante capolavoro composto chiostri, giardini, archi e un patrimonio storico artistico di tutto rispetto.
L’edificio fu fondato da Bindo di Falcone che acquistò dei terreni nella zona di Pontignano con lo scopo di donarli ad un certosino di Aquitania, frate Amerigo, per fabbricare un monastero da intitolare a San Pietro. La costruzione fu autorizzata nel 1343 e si protrasse almeno fino alla metà del XV secolo. Nel 1385 fu fortificata dalla Repubblica di Siena non ai fini della difesa militare ma per l’isolamento dei monaci. Il convento conservò per anni la reliquia dell’anulare di Santa Caterina, oggi custodito a Calci.
Dopo la sua edificazione, si registrano numerosi ingrandimenti della certosa fino all’anno 1784, quando il complesso fu ceduto ai camaldolesi di Monte Celso. Nel 1810, dopo la soppressione napoleonica, la certosa fu alienata a privati mentre la chiesa trasformata nella parrocchia di San Martino a Cellole. Successivamente, nel 1946, la Certosa fu acquistata da Mario Bracci, poi a seguito della sua scomparsa avvenuta nel 1959, l’ex-certosa entra fra i possedimenti dell’Università di Siena, che la utilizza come Collegio Universitario. Attualmente ospita un centro congressi e la residenza universitaria.
Il complesso, di pianta rettangolare, si sviluppa intorno a quattro chiostri di cui i maggiori, denominati “delle obbedienze” e “della clausura”, sono di costruzione cinquecentesca, mentre gli altri due, detti “dei monaci” e “dei conversi”, rivelano un aspetto ancora quattrocentesco.
Adiacenti a quest’ultimi si ergono le due chiese, di cui la maggiore presenta ancora il filaretto trecentesco con rosoni e monofore sulla parte superiore. Divisa in tre campate fu, come altre parti della certosa, completamente ristrutturata a partire dal 1569 a causa dei danni subiti nel corso della Guerra di Siena (1552-1559). Durante i lavori di restauro furono realizzati l’altare maggiore in legno, le decorazioni in marmi del presbiterio, il coro, la torre campanaria e gli affreschi della navata, dipinti dal fiorentino Bernardo Poccetti.
Il più antico patrimonio artistico e culturale della Certosa andò sicuramente disperso durante il terribile assedio che gli ispanico-fiorentini posero attorno a Siena nel 1555, ma tuttora si conservano all’interno della Certosa importanti opere di artisti senesi di fine Cinquecento, fra cui un Compianto su Cristo morto di Cristoforo Rustici e una Crocifissione di Francesco Vanni.
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